NORMATIVA CAMPI ELETTROMAGNETICI
Negli ultimi anni è cresciuto notevolmente l'interesse della popolazione per tutte le problematiche connesse agli effetti dell'inquinamento da campi elettromagnetici, comunemente detto elettrosmog, motivato dal comprensibile allarme per le onde elettromagnetiche arrecanti danni alla salute ed i potenziali rischi derivanti alla salute delle persone esposte al rischio di campi elettromagnetici.
Tale sensibilità è avvertita ancora più dalla crescente visibile diffusione delle sorgenti di campo elettrico e magnetico.
Tale sensibilità è avvertita ancora più dalla crescente visibile diffusione delle sorgenti di campo elettrico e magnetico.
Uno strumento attualmente auspicato da Enti di controllo sanitario e ambientale (ANPA, ARPA, Regioni, ISPESL, ISS, Ministeri dell'ambiente, Sanità Telecomunicazioni, etc.) e che si ritiene efficace, sia per meglio pianificare ulteriori installazioni sul territorio, sia per abbassare il livello di preoccupazione della popolazione, è rappresentato dal monitoraggio continuo della valulutazione de livelli di campo elettrico e campo magnetico.
La tecnica CEI 211-7 "Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettromagnetici nell'intervallo di frequenza 10 kHz -300GHz" con riferimento all'esposizione umana completa il quadro normativo utilizzato per lo sviluppo della seguente relazione.
Per la normativa di quanto riguarda le alte frequenze per applicazioni di sistemi fissi dei sistemi radiotelevisivi, la normativa considera i limiti più restrittivi del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003 "Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione all'esposizioni di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz".
Nei casi non riconducibili a sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi si applica la normativa che rimanda alla raccomandazione del Consiglio dell'Unione europea del 12 luglio 1999.
Valutazione dei campi elettromagnetici in ambiente di lavoro
In data 1 Agosto 2016 è stato emesso il Decreto Legislativo N.159 il quale recepisce la Direttiva Europea 2013/35/UE.
In merito allo stesso è in vigore, dal settembre 2016,la nuova normativa, in ambito lavorativo, per la valutazione dei rischi dell'esposizione ai campi elettromagnetici. La stessa implica frequenze di emissione fino a 300GHz.
La normativa per la valutazione dei rischi ai campi elettromagnetici ai sensi del comma 3 dell’art.181 prevede che per la valutazione del rischio il datore di lavoro faccia riferimento alle norme di buona tecnica e buona prassi; il datore di lavoro che segua i criteri della nuova direttiva 2004/40/Ce del 29 aprile 2004 può dimostrare di aver seguito un criterio valido.
E' raccomandabile di valutare attentamente l’esposizione professionale e il rischio elettromagnetico al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratorieventualmente facendo riferimento alle indicazioni del Coordinamento tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle province autonome in collaborazione con ISPESL e ISS dal titolo “D.Lgs.81/08. Titolo VIII Capo I, II, III, IV, V sulla prevenzione e protezione dai rischi dovuti all’esposizione ad agenti fisici nei luoghi di lavoro.
E' necessario introdurre misure di protezione dei lavoratori contro i rischi associati ai elettromagnetici, a causa dei loro effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori.
Tali misure mirano non solo ad assicurare la salute e la sicurezza di ciascun lavoratore considerato individualmente, ma anche a creare per tutti i lavoratori della Comunità una piattaforma minima di protezione che eviti possibili distorsioni di concorrenza.
Sei nella normativa per la valutazione dei campi elettromagnetici
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